Se c’è una cosa che mi riempie di gioia e di orgoglio, nell’essere italiano, è il fatto che a prescindere da quanto sia piccolo e apparentemente sconosciuto e poco rilevante un qualsiasi borgo o cittadina di provincia, se si fa un minimo di ricerca, si scoprono storie incredibili avvenute in quel posto, così come tradizioni centenarie che trasudano popolo e cultura. E già questa cosa mi fa impazzire.
Un’altra cosa che mi riempie di gioia e di orgoglio, nell’essere italiano, è il fritto.
Se poi il fritto in questione è anche il “Frittello” di Roccantica, oltre alla gioia e l’orgoglio, meno elegantemente, c’è anche una certa dose di bava.
Si tratta di un classico della cucina laziale, le cimette di broccoli e cavolfiori fatti in pastella e fritto nell’olio extra vergine di oliva. Una cosa che in maniera imprescindibile mi ricorda mia nonna, che pace all’anima sua, sapeva fare quelle pepite d’oro lipidico come nessun altro dopo di lei.
Quindi questa Domenica, tra la gioia, l’orgoglio, la bava e mia nonna, ho parecchie ragioni per andare alla Sagra di Roccantica. Si parcheggia vicino al centro e un servizio di navette gratuito ci porta direttamente in piazza. Saremo io, i broccoli, il vino e una manciata di anticoagulanti.