Arrivo al Fanfulla con un ritardo che se Le Cool fosse una rivista che seleziona con cura i suoi collaboratori, non starei qui a blaterare. Invece arrivo tardi, e prima ancora di chiedere del gruppo mi sparo due birre.
Le Cool fino al midollo.
Mi presento, aspetto un che finiscano il soundcheck e quando rientro dopo una sigaretta incrocio il gruppo, in primis Federico Camici, che per me sarà per sempre il bassista del Reggae Circus ma come tutti gli altri milita in altri gruppi, e stasera saranno i compagni di Kento nella veste dei Voodoo Brothers. La disponibilità di Federico è nota, e mi invita subito a mangiare con loro. Mi faccio vivo anche con Kento, che subito mi sorride e ricorda con piacere l’ultima intervista fatta con noi.
Però mi trovo un po’ in difficoltà: già non sono capace a fare interviste, poi mi devo anche mettere a rompergli le balle mentre mangiano. Ovviamente nessuno vuole sentir storie, e prima di accomodarmi saluto Cesare Petulicchio -il batterista dei Bud Spencer Blues Explosion- e come tutte le volte mi emoziono come un pupo salutando metà di uno dei miei gruppi preferiti in assoluto del mondo tutto.
Non mi metto a capotavola per evitare che l’imbarazzo sia completo, ed opto per uno spigolo, vicino a Sergio De Felice dei Dead Shrimp, che di lì a poco mi sorprenderà -e non poco- con la sua voce. Versa il vino a tutti e cominciamo a chiacchierare.
Kento, per sciogliere il ghiaccio, mi racconta che dopo l’ultima data a Macerata ha sparato classiconi dell’hip hop italiano, e si è divertito tantissimo a sentire i commenti dei Voodoo che solitamente non ascoltano basi, ma suonano strumenti.
Ed è proprio questa (non) omogeneità di persone con estrazioni musicali tutte diverse che mi colpisce: ad esempio si è appena seduto Davide Lipari, che suona da solo –One Man 100% Bluez- e che si ricorda di una lunga e sbronza chiacchierata sui videogiochi all’Angelo Mai, mesi e mesi fa. Ecco, di base Davide fa blues e suona da solo, poi si ritrova in mezzo ad altri sette musicisti col cantante rap.
Mindblowing.
C’è Cesare, che solitamente distrugge batterie insieme ad Adriano Viterbini, sudandosi via il cuore ogni volta. C’è Shiny D, altro componente del Reggae Circus ed ex Torpedo.
C’è insomma un mondo di musiche diverse, influenze di ogni posto e luogo visitato.
Eppure sono un gruppo, uno vero, ed il concerto di lì a poco me lo confermerà.
E’ ora di iniziare con le domande, ed il vino che dal mio bicchiere non sparisce mai aiuta.
Chiedo a Kento, semplicemente, perché? Perché loro, a chi è venuto in mente, ‘sta cosa è così fica che proprio non me la spiego. Ci pensa lui, raccontandomi che è iniziato tutto con un paio di registrazioni con Federico e Shiny D per un vecchio progetto. Si mettono lì ed esce fuori bella roba. Così bella che vogliono condividerla, e provano ad allargare il gruppo.
Kento mi indica prima Davide e poi Cesare, esclamando “ci siam detti, ma quando ci si filano questi? E invece eccoli, c’hanno filato eccome!!”. E quindi giù di session, prove, cominciano a farsi sentire in giro e la cosa piace. E pure parecchio. Quello di stasera è il loro primo concerto con la band al completo, e sono emozionatissimi.
Domando a Kento cosa si provi, a suonare a Roma, e che legami o differenze trova tra qui e Reggio Calabria, la sua città: penso al titolo di una traccia dell’album, Rc Confidential, e subito la mente vola al 2007 ed a Rm Confidential, “dove se becco quarche amico ar giro ormai è solamente coincidenza”. Mi risponde che certo, Roma come altre città è identitaria, per quanto riguarda la scena hip hop, e torniamo al volo sul Colle, in particolare al Danno e alla sua collaborazione in “Ghost Dog – Cane Fantasma”, di cui vi consiglio il video girato in presa diretta. E quasi si sorprende da solo dicendomi che, scrivendola, pensava a Roma: pensando ad una “notte a novembre, luce gialla dei fanali fuori pioggia, e le sirene di automezzi militari”, ha pensato a ‘sta città detta. Male e bene, ma comunque detta.
Ma mi dice anche che al Forte si sente a casa, ci ha suonato tanto da solo ma anche recentemente insieme ai Voodoo, il primo Maggio, anche se dei problemi tecnici hanno permesso al gruppo solo “otto grandiosi minuti” di live.
Ci fermiamo per mandar giù gli ultimi due bocconi, e mentre Davide parla del suo tour in Spagna, Sergio parla del concerto dei Dead Shrimp la sera prima, a quanto pare uno dei loro migliori. Li ascolto e penso a tutte queste influenze che (co)influiscono, e Kento me lo conferma, parlando di come ogni singolo componente abbia realmente portato qualcosa in più, e lo dice senza retorica alcuna.
La cena volge al termine, così come il terzo bicchiere di vino, e rimaniamo al tavolo io, Kento e Sergio. Il discorso scivola sull’Angelo, gli parlo un po’ dello sgombero e della paura, e d’impulso Kento mi chiede “Ma quando ci suoniamo all’Angelo Mai?”, come volesse festeggiare la -speriamo imminente- riapertura.
È con questo augurio che ci alziamo da tavola, anche perché manca poco all’inizio. Scambio ancora due chiacchiere con Davide Lipari, ed è sempre un piacere. Vederlo suonare poi, ancora di più.
Dentro la saletta del Fanfulla le mani si alzano, Kento non ne sbaglia una mentre dietro tutti suonano senza, anche loro, incepparsi un attimo. La batteria di Cesare ed il basso di Federico si fondono e creano una base eccezionale per tutti gli altri. Per la prima volta li ascolto dal vivo e sono sorprendenti, è un qualcosa che io, personalmente, non ho mai sentito. Molti intorno a me invece sono preparati e parecchio, perché non sbagliano nemmeno loro una singola rima e Kento li ricambia con enormi sorrisi, cantando insieme a loro. Sorride ancora quando Shiny D fa partire la registrazione di un aneddoto su Peppino Impastato raccontato dal fratello, presente nella tracklist di Radici, il loro primo album. Si emoziona e fa emozionare, scherza con tutti sul palco e racconta piccole storie, che anche lui si chiede perché stia lì a dircele ma è palese la sua semplicità, sembra quasi voglia scendere e godersi con noi il concerto. Però non può e allora si diverte da lì. E noi con lui.
Bravi cazzo è un modo professionale di chiudere un’intervista/recensione?
Non credo, non credo nemmeno nella censura e ma credo nei post lunghi che tutto sono tranne quello che dovrebbero essere.
Mi auguro anche voi.
Ma tant’è, meglio una cosa sentita col cuore che una per sentito dire, diceva sempre qualcuno che non esiste perché me la sono appena inventata.
Un abbraccio dal vostro Le Cooler più incostante ma sempre amoroso. E mi raccomando, ascoltatevi Kento, i Dead Shrimp (il 1° Giugno suonano all’Init ed io se non vado sono una persona peggio), il Reggae Circus (Domenica alla Città dell’Altra Economia) e tutti i Voodoo Brothers.
Namaste.