Per certi versi per altri bevi
Oggi mi stavano per investire, questa è un’ulteriore conferma che nonostante faccia di cognome Pedone dovrei camminare il meno possibile e girare solo in motorino o in limousine (ma per realizzar quest’ultima sto aspettando che la moneta perda il suo potere d’acquisto a favore dei tappi di sughero. Allora si che sarò ricchissima). Stavo attraversando sulle strisce di una stradina piccina picciò quando il tizio in coda alla macchina che mi stava facendo passare ha scapocciato e suonando il clacson è passato avanti bestemmiando e tagliandomi la strada.
Non si è accorto di me, ha lanciato qualche altro impropério all’altro senza mai fermarsi, e se ne è andato.
Mi son fatta una risata, incredula, non solo perché avevo appena collezionato un altra prova di quanto sia pericoloso camminare ma perché ho realizzato che a Roma, quando sei in macchina e succede qualcosa, non si dice mai “scusa” ma solo “vaffanculo” e così ho finito di attraversare le strisce, evitato di urtare la macchina che ci si era parcheggiata sopra (altro tòpos della vita urbana romana contemporanea), e sono entrata al riparo del bar pronta per ordinare un cocktail:
Death in the Afternoon:
1.5 oz absinthe
4 oz champagne
servito in un flute da champagne
p.s. sai che esistono altri numeri di hey barista! ?
p.s.= post sbornia