Ero lì che giravo, accaldato e affaticato da questa atmosfera estiva romana dai tratti tropicali che si sente anche la sera, guidando verso casa. Come al solito, si erano fatto le 20 passate, e come al solito non avevo fatto la spesa.
Rapida rassegna mentale del contenuto della mia dispensa: un pacco di pasta, aperto, una confezione di salsa di soia, credo finita, una confezione di fruttosio, mai aperta (forse scaduta), per degli esperimenti di cucina molecolare mai portati a termine, del pangrattato (forse). Rapida rassegna mentale del contenuto del mio frigo: birra, mezza bottiglia d’acqua, forse un po’ d’uva. Difficile mettere insieme qualcosa, con questi ingredienti.
“Ciao, che prendo, cinese?”
“Ma lo abbiamo mangiato ieri”
“Allora pizza? Anche se non mi va in realtà…”
“Qualcosa in rosticceria?”
“Boh. Facciamo di nuovo cinese?”
La stessa scena, ogni sera tornando a casa, che siano le 20, le 21, o anche dopo.
Rimetto in tasca il telefono, e riprendo la strada verso casa, rassegnato ormai a una vita settimanale di take-away – tranne che nei week end. Nei week end si cucina – quando ecco davanti a me comparire una delle scritte più belle che potessero capitarmi in un momento come quello: scritto in un bianco candido e splendente su un fondo rosso acceso, sotto la parola “Carrefour” passo a leggere a chiare lettere (anzi, a chiari numeri) “24/7”.
24/7.
24 ore al giorno.
7 giorni su 7.
Ora, io non so quanti di voi si ritrovino ogni sera nella mia situazione (secondo me siete in molti…), ma credo possiate in ogni caso immaginare come questa notizia mi abbia riempito di gioia, manco avessero aperto un nuovo locale vicino casa.
L’inaugurazione è il 31 luglio, ci vediamo tutti lì verso le 3 per una spesa notturna collettiva, con tanto di birra e cornetti.
