Carlo Borruso

Ciao Carlo come stai? Che ci racconti di bello?
Ciao a voi di LeCool! Vi dico che sto molto bene, come sempre, grazie! Di bello vorrei raccontarvi il progetto che stiamo portando avanti ma non vorrei svelare troppe anticipazioni ai vostri lettori. Posso dirvi che la mattina mi sveglio carico e sempre molto dinamico per via di questo progetto racchiuso in quattro lettere “MARK”. Ha dato vita a un nuovo capitolo della mia carriera che posso portare avanti giorno per giorno e per qualcuno che fa il mio mestiere, credo non ci sia cosa più bella.

Parlaci un po’ di te. Ti occupi di miscelazione, giusto? Spiega cos’è esattamente a chi non ne sa niente.
Sono nato a Roma, in periferia, e come ogni periferia le strade da percorrere non sono molte, ma l’impegno che ho avuto fin da giovane dietro al bancone mi ha permesso di percorrere quella giusta. Sono una persona con una passione e un ruolo, e probabilmente solo la mia ragazza mi fa sentire meglio di quando sto dietro a un bancone.
Non mi piace troppo il termine “miscelazione” perchè mi è sempre stato un po’ stretto. Il lavoro di un barman è molto più ampio della sola miscelazione. C’è lo studio, la ricerca dei sapori, l’apprendimento di tecniche e di elementi che combinati insieme regalano un’esperienza sensoriale completa. Miscelare è solo un passaggio.

Come si è evoluto il ruolo del barman negli ultimi anni?
Tendenzialmente il nostro lavoro sta nell’utilizzo di tutte le nostre competenze e i mezzi a disposizione per soddisfare l’esigenza del nostro cliente, ma non si ferma là, il bello della rivoluzione che c’è stata negli ultimi anni in questo campo sta nel fatto che adesso si può “giocare” con i sensi e far provare ai clienti un’esperienza unica, ovviamente tenendo sempre conto di garbo e cortesia che sono le basi del nostro lavoro.

Quando hai capito che non avresti più potuto far a meno di “shakerare”?
Credo sia stato qualcosa di innato. Un amore spassionato, non ricordo un momento ben preciso ma so solo che da quando sono salito dietro il banco non ho più avuto dubbi su quale fosse il mio posto nel mondo in ambito lavorativo e la passione da là è aumentata giorno dopo giorno.

Ormai possiamo dire che fai parte della nuova famiglia del “Mark”, il ristorante/cocktail bar che abbiamo aperto da pochissimo in Piazza Paoli…sei emozionato per questa nuova avventura?
L’emozione c’è sempre come in tutte le nuove esperienze ma più che emozionato sono carico e concentrato per dare a chi ha creduto in me la giusta ricompensa. Il MARK è un progetto in cui credo molto e che ha tutte le carte in regola per diventare una realtà bella ed importante e spero di dare il mio contributo a tutto ciò.

Il lavoro del barman è estremamente creativo: il miglior cocktail che ti ha dato maggior soddisfazione riuscire a realizzare finora?
Ne ho fatti tanti, sinceramente non ricordo. Ma vado piuttosto fiero del mio brandy “Milk & Honey” creato al Mark proprio qualche giorno fa perchè è un drink per me perfettamente bilanciato, non da tutti i giorni, con un bel gioco sensoriale nonostante la sua estrema semplicità. Non posso dire altro :)

Quando torni a casa da lavoro e vuoi rilassarti, prendi un bel bicchiere di…
Dipende dalle serate, ma generalmente una buona camomilla ed un ottimo libro sono l’accoppiata che più mi rilassa.

Progetti futuri e sogni nel cassetto.
Sogni e progetti una montagna, ma per il momento mi concentro sul Mark. Grazie per il tempo che mi avete dedicato! Ci vediamo da Mark!

foto di Stefano Delìa

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