Quando stavamo al liceo Matteo Scifoni teneva una rubrica sul giornalino della scuola dal suggestivo titolo “Intervista col Vampiro”. Per qualche strano motivo finii pure io nel fuoco amico delle sue domande. Adesso, a distanza di 16 anni i ruoli si sono invertiti ed è con perversa soddisfazione che osservo una goccia di sudore scivolargli giù dalla barba sfatta dritta nel bicchiere di Negroni mentre domando
Come stai Matt? Che ci racconti?
Vi racconto che questa elegiaca introduzione di Sandro mi ha quasi commosso, riportandomi per un attimo con la memoria a un tempo in cui ero giovane, bello, sano. Vi racconto anche che il 3 settembre esce al cinema il mio primo film, Bolgia totale, che vi invito ad andare a vedere in sala almeno tre volte, e possibilmente altre tre al contrario, dalla fine all’inizio, essendovi nascosti dei messaggi subliminali che svelano finalmente il sesto segreto di Fatima. A Roma lo troverete dal 3 settembre al cinema Fiamma e al Cineland.
E come è questo Bolgia Totale? Lo consiglieresti?
È un piccolo film selvaggio, autarchico, quasi clandestino, un incosciente atto d’amore verso tutto il cinema che mi ha formato, o deformato. Lo consiglierei a chi piacciono le storie non edulcorate, agli ex galeotti, alle casalinghe inquiete, ai ladri d’auto e agli ex campioni di rodeo.
In un paese come il nostro, arrivare alla tua età a dirigere un film dopo averlo scritto e sceneggiato è pressoché un miracolo. Dove sta il trucco? A chi hai dovuto vendere l’anima e un paio di reni?
La realtà è che ho 75 anni, sono nato nel 1940, come peraltro tu ben sai, avendomi aiutato a falsificare il certificato di nascita.
Dieci tra film e letture che suggeriresti ai piccoli Scifoni in erba che in questo momento stanno incollando gomme da masticare sotto ai banchi di scuola (attività in cui ricordo eri abilissimo)
Dieci film, anzi dodici, in nessun ordine particolare: Il buono, il brutto, il cattivo (Leone), Apocalypse Now (Coppola), Aguirre furore di dio (Herzog), Cul-de-sac (Polanski), Il salario della paura (Friedkin), Shining (Kubrick), Taxi Driver (Scorsese), Quell’oscuro oggetto del desiderio (Bunuel), Pat Garrett e Billy the Kid (Peckinpah), Scarface (De Palma), True Romance (Scott), Jackie Brown (Tarantino)
Le letture sarebbero davvero troppe, mi limito a consigliare due titoli che hanno segnato la mia adolescenza: Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter S. Thompson e Cowgirl, il nuovo sesso di Tom Robbins. E ovviamente Bukowski, tutto.
Ci ha da poco lasciati anche Wes Craven (lacrimuccia). Un tuo ricordo?
Le colline hanno gli occhi visto in una terribile vhs al cineclub Detour a via Urbana a 14, 15 anni. Un altro suo film che adoravo è Il serpente e l’arcobaleno. Anche La casa nera, un film completamente folle. Un eroe dell’horror anni Ottanta, la sua morte mi fa davvero rendere conto di essere invecchiato (male, ovviamente).
Progetti futuri e sogni nel cassetto?
Una rapina alle poste. Domattina a piazza Bologna, Sandro? Ricordati i passamontagna.
intervista di Alessandro Riccioni